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Le specifiche del cartoncino teso

Di norma, i cartoncini per astucci sono patinati sulla superficie esterna, in modo da garantire una buona stampabilità.
Prima di esaminare nel dettaglio la struttura del cartoncino, osserviamo che esso è composto essenzialmente da una parte di sostanza fibrosa e da una patina superficiale costituita da una dispersione acquosa di pigmenti (caolino e carbonato di calcio) e di adesivi (amidi, lattici sintetici). Il disegno rappresenta la stratigrafia di un cartoncino “monogetto”, formato cioè da un solo strato di materia fibrosa. In ambito europeo viene oggi poco usato perché si preferiscono i cartoncini multistrato, anche quando la sostanza fibrosa è omogenea.

 

La struttura “monogetto” viene in parte ancora utilizzata nella fabbricazione di cartoncini SUS (Solid Unbleached Sulphate) e SBS (Solid Bleached Sulphate) rispettivamente di pasta chimica greggia al solfato a fibra lunga e di pasta chimica bianchita al solfato a fibra lunga. Nella categoria SUS rientrano i cartoncini retro “kraft” ad alta resistenza meccanica e alla lacerazione, impiegati soprattutto nel settore del multipackaging di bottiglie e conosciuti anche come “carrier board”, spesso impiegati in versione resistente all’umidità (wet strenght) per conservare le loro caratteristiche meccaniche, in particolar modo alla lacerazione. I cartoncini SBS – noti come “pura fibra di cellulosa” – trovano impiego nel confezionamento di sigarette, di alcuni alimenti surgelati ad alto contenuto di acqua (opportunamente accoppiati per estrusione ai film di polietilene) e in diverse applicazioni ove sono richieste particolari prestazioni fisicomeccaniche o estetiche.

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